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Emodialisi

Osteodistrofia renale: un particolare caso di leontiasi ossea

Razionale

L’osteodistrofia renale (ODR) è una patologia ossea caratteristica dei pazienti con insufficienza renale cronica, in trattamento conservativo e sostitutivo, causata dalle alterazioni dei fattori che controllano in modo diretto o indiretto il metabolismo osseo.

Sono numerose le sedi ossee che possono essere interessate dalla ODR e, tra queste, la localizzazione cranio-facciale è piuttosto rara. 

Casistica e Metodi

Riportiamo il caso di un pz di 45 aa, emodializzato da 25, con un grave quadro di ODR  con prevalente localizzazione vertebrale, caratterizzata da crolli somatici multipli osteoporotici, con conseguente deformità, dolore e impotenza funzionale, già sottoposto ad intervento di vertebro-plastica L4-L5. A seguito alla rapida comparsa, nell'arco di circa 3 mesi,  di alterazioni facciali caratterizzate da tumefazioni zigomatiche, ipertrofia mascellare con slargamento del palato duro e conseguente spostamento dei denti, il pz veniva sottoposto a TC del massiccio facciale senza mdc.

Risultati

La TC del massiccio facciale, eseguita senza mdc, evidenziava marcata alterazione ossea morfostrutturale con simmetrico rimaneggiamento osseo prevalentemente di tipo litico, che interessava sia la componente spongiosa ma  anche la corticale, ed in questa sede si rilevavano diffuse erosioni con interessamento sempre simmetrico delle strutture ossee. Si apprezzava inoltre un marcato incremento di spessore dell'osso mascellare. Tale quadro era compatibile con osteite fibroso-cistica. Si associavano inoltre estese calcificazioni vascolari e dei tessuti molli cutanei e sottocutanei, compatibili con il severo quadro di iperparatiroidismo secondario (sHPT).

Conclusioni

Ad oggi, nonostante la precoce diagnosi di sHPT, le numerose opportunità farmacologiche, le metodiche dialitiche altamente depurative, e l'eventuale paratiroidectomia, l'ODR continua ad essere di frequente riscontro. La leontiasi ossea è un reperto raro o forse sottodiagnosticato. Un suo precoce riconoscimento è fondamentale al fine di intensificare le strategie di intervento, in modo da evitare le modifiche facciali conseguenti ad un non controllato sHPT. 

TC massiccio facciale senza mdc

Ferramosca E.(1), Nuzzo C.(2), Gaudiano C.(3), Martella V.(1), Proia S.(1), Valletta A.(1), Carbonara M.C.(1), Buongiorno E.(1)
((1)UOC di Nefrologia Dialisi e Trapianto, Ospedale Vito Fazzi, Lecce; (2)Servizio di Radiologia, Ospedale Vito Fazzi, Lecce; (3)Istituto di Radiologia-Golfieri, Az. Ospedaliero-Universitaria S. Orsola-Malpighi, Bologna)
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