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Nefrologia clinica

La malattia di fabry: il nefrologo ecocardiografista e la diagnosi precoce

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Razionale

La malattia di Fabry (FD) è un difetto del metabolismo dei glicosfingolipidi, dovuto alla riduzione/assenza di attività dell'enzima lisosomiale alfa-galattosidasi A, da mutazione del gene GLA (Xq21.3-q22). La diminuzione dell'attività provoca l'accumulo di globotriaosilceramide (Gb3) all'interno dei lisosomi, che a sua volta scatena una cascata di eventi cellulari. La FD è trasmessa come carattere legato all'X; la diagnosi di laboratorio è confermata dalla dimostrazione di un deficit marcato dell'enzima nei maschi emizigoti.

Casistica e Metodi

Sono stati arruolati nello studio 85 pazienti (45 di sesso maschile e 40 di sesso femminile) con età media di 45 ± 3 anni, studiati presso l’ambulatorio di ecocardiografia di una U.O.C. di nefrologia e dialisi e giunti per esame di routine. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad esame ecocardiografico trans – toracico e sono stati esclusi i pazienti con cardiopatia nota (n=35). 

Risultati

Dei 50 pazienti rimanenti (20 di sesso maschile e 30 di sesso femminile), 30 hanno evidenziato un quadro ecocardiografico indicativo di cardiopatia ipertrofica in assenza di patologie cardiache in grado di giustificare l’inspessimento del setto interventricolare e dei diametri ventricolari. Tutti e 30 i pazienti sono stati sottoposti ad ulteriori accertamenti diagnostici (proteinuria non nefrosica in 10 dei 30 pazienti) e ad anamnesi approfondita (2 pazienti con precedenti di TIA tra i 10 positivi per proteinuria) per poi essere sottoposti a test di screening per malattia di Fabry (esame estemporaneo) con 4 pazienti risultati positivi, risultati confermati al test genetico (mutazione del gene GLA)

Conclusioni

La diagnosi di malattia di Fabry è spesso sottostimata e la reale incidenza della patologia è tuttora sconosciuta. Un’accurata anamnesi  può rivelarsi fondamentale. L’associazione di proteinuria e cardiopatia ipertrofica deve far porre il sospetto di malattia di Fabry; il ruolo del nefrologo in grado di eseguire un corretto esame ecocardiografico può risultare determinante ai fini di una diagnosi precoce

Di Lullo L.(1), Rivera R.(2), Floccari F.(3), Barbera V.(1), Bellasi A.(4), De Pascalis A.(5), Russo D.(6), Russo L.(6), Ronco C.(7)
((1)U.O.C. Nefrologia e Dialisi, Ospedale Parodi – Delfino, Colleferro; (2)Divisione di Nefrologia, Ospedale S. Gerardo, Monza; (3)U.O.C. Nefrologia e Dialisi, Ospedale S. Paolo, Civitavecchia; (4)U.O.C. Nefrologia e Dialisi, ASST Lariana, Como; (5)U.O.C. Nefrologia e Dialisi, Ospedale V. Fazzi, Lecce; (6)Cattedra di Nefrologia, Università degli Studi Federico II, Napoli; (7)International Renal Research Institute, Ospedale S. Bortolo, Vicenza; )
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