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Insufficienza renale cronica

CONFRONTO TRA MDRD E CKD-EPI CON IL METODO DI BLAND-ALTMAN E LA REGRESSIONE POLINOMIALE FRAZIONARIA

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Abstract

INTRODUZIONE. Le stime del VFG ottenute con le formule MDRD e CKD-EPI forniscono risultati discrepanti. Una tecnica usata per il confronto tra le formule è il metodo di Bland-Altman, che consiste nel rappresentare graficamente sugli assi cartesiani la media delle formule e la differenza tra gli stessi due valori. I limiti di concordanza al 95% tra le formule vengono stimati come la media delle differenze ± 1,96 volte la deviazione standard delle differenze. Questo approccio si basa sull’assunto che media e deviazione standard delle differenze siano costanti lungo tutto l’asse delle ascisse. Scopo di questo studio è proporre un metodo alternativo per il calcolo dei limiti di concordanza tra MDRD e CKD-EPI, basato sulla regressione polinomiale frazionaria.

MATERIALI E METODI. La popolazione considerata proviene dal registro PIRP (Prevenzione Insufficienza Renale Progressiva), che comprende i pazienti con insufficienza renale cronica afferenti a 13 Centri Nefrologici della Regione Emilia-Romagna. Per i 10.687 pazienti selezionati si è stimato il VFG utilizzando l’MDRD e il CKD-EPI, ed è poi stato esaminato il grado di concordanza tra le formule con il metodo di Bland-Altman. È stata quindi utilizzata la regressione polinomiale frazionaria per esprimere la differenza tra CKD-EPI ed MDRD in funzione della media delle due formule.

RISULTATI E CONCLUSIONI. La concordanza tra MDRD e CKD-EPI diminuisce all’aumentare del VFG. Per un VFG medio di 10 mL/min/1,73m², la differenza tra le formule è inferiore a 1 mL/min/1,73m² nel 95% dei casi; per un VFG di 90 la differenza tra i limiti di accordo è pari, invece, a 16 mL/min/1,73m². In sintesi, per valori di VFG da 40 a 10 mL/min può essere indifferente utilizzare l’una o l’altra formula, poiché il grado di accordo tra le due formule è accettabile. Viceversa, per i pazienti con CKD agli stadi iniziali (CKD2, CKD3), si suggerisce di monitorare l’andamento nel tempo della funzione renale sempre con la stessa formula di stima, poiché lo scostamento tra i valori ottenuti è abbastanza rilevante.

J. Lenzi(1), D. Gibertoni(1), P. Rucci(1), M. Mandreoli(2), L. Baldrati(3), M. Corradini(3), A. Rigotti(3), G. Russo(3), F. Olmeda(3), S. David(3), C. Orsi(3), R. Scarpioni(3), P. Di Nicolò(3), L. Zambianchi(3), F. Caruso(3), A. Fabbri(3), M. Fantini(1), A. Santoro(2)
((1)Dipartimento Di Medicina E Sanità Pubblica - Università Di Bologna , (2)Uoc Nefrologia Dialisi E Ipertensione - Policlinico S.orsola-malpighi Bologna , (3)Gruppo Nefrologi Del Progetto Pirp, Regione Emilia-romagna )
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