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Insufficienza renale cronica

DIETA VEGETARIANA SUPPLEMENTATA CON CHETOANALOGHI: UNA NICCHIA PER POCHI O UN'OPZIONE PER MOLTI?

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INTRODUZIONE

La dieta vegetariana supplementata con chetoanaloghi è nota per essere uno strumento utile nel rallentare la progressione e controllare i sintomi della malattia renale cronica avanzata.

Il suo uso è limitato dall'opinione che sia difficilmente proponibile al di fuori di situazioni altamente selezionate, per la scarsa compliance e la difficile palatabilità.

Scopo del lavoro è identificare eventuali caratteristiche basali predittive di successo prescrittivo (definito come prosecuzione per almeno 6 mesi) della dieta vegetariana supplementata con alfachetoanaloghi, oltre a valutarne l'efficacia, su di una ampia base pazienti in un ambulatorio nefrologico di nuova fondazione.

MATERIALI E METODI

Studio prospettico di implementazione con integrazione retrospettiva dell'archivio pazienti.

Periodo: dal 1/12/2007 al 30/11/2011.

Indicazioni: CKD stadio III-V e casi selezionati di proteinuria refrattaria.

Composizione dietetica: dieta vegetariana con apporto proteico 0.6 g/Kg/die e supplemento di  alfachetoanaloghi 1 cp ogni 10 Kg, inclusi 1-3 pasti liberi/settimana secondo valutazione clinica. Schema semplificato, non pesato, basato su alimenti permessi/proibiti. Prescrizione e follow up a carico e su indicazione strettamente nefrologica.

Follow up nefrologico mensile dedicato, con verifica di compliance e controllo dati clinici (tra cui urine 24h). Progressione valutata come riduzione del GFR nei pazienti con almeno 6 mesi di follow-up rispetto al periodo precedente. Analisi descrittiva usuale, regressione logistica con SPSS (vers 18.0). 

RISULTATI

Dal 1/12/2007 139 pazienti (su di un totale di 1500 pazienti globalmente seguiti dal Centro) hanno avviato dieta vegetariana supplementata con chetoanaloghi (maschi 67%, età mediana 70 aa, 40,3% diabetici). Dati all'avvio della dieta (mediane): proteinuria 1.4g/die, GFR 17 mL/min, creatininemia 3.2 mg/dl. FIGURA 1

A 47 mesi di distanza: 56 pazienti ancora in dieta (43%), 40 avviata dialisi, 8 decessi, 6 persi al follow up, 26 drop out (di cui 14: preferenze personali, 7: ragioni cliniche, 8: miglioramento clinico). Maggiori effetti collaterali: intolleranza gastrointestinale.  FIGURA 2

Non differenze significative tra gruppi (prosecuzione dieta vs interruzione) in base alle caratteristiche al baseline, salvo il livello di insufficienza renale per quanto riguarda i pazienti che hanno avviato il trattamento sostitutivo, come peraltro facilmente intuibile. FIGURA 3

Tra i pazienti con almeno 6 mesi di follow up sia pre che post avvio della dieta si sono riscontrati: stabilità del dato di albuminemia (mediana: 4 gr/dL), non acidosi metabolica (mediana HCO3: 25,8 mmol/L), netta riduzione del decremento del GFR (mediamente 3,5 ml/min/anno in dieta, versus 8 ml/min/aa pre-dieta). FIGURA 4

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Un approccio dietetico vegetariano supplementato con chetoacidi secondo schema semplificato, con controlli nefrologici ravvicinati, è stato seguito con successo da un numero consistente di pazienti.

La dieta è stata ben tollerata ed il rallentamento della progressione conferma i dati della letteratura.

Dalla nostra esperienza, non essendovi fattori predittivi a priori in grado di determinare il "successo prescrittivo", questo approccio altamente cost-effective andrebbe proposto ai pazienti in maniera maggiormente estensiva.

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release  1
pubblicata il  26 settembre 2012 
da Federica N. Vigotti¹, Martina Ferraresi¹, Maria Chiara Deagostini¹, Irene Moro¹, Roberta Clari¹, Marilisa Biolcati², Giorgina B. Piccoli¹
(¹SS Nefrologia e Dialisi, AOU San Luigi Gonzaga - Orbassano (TO); ²Unità Materno Fetale, OIRM Sant'Anna - Torino (TO))
Parole chiave: insufficienza renale cronica
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