Login




Emodialisi

CVC PERMANENTE IN VENA GIUGULARE INTERNA DESTRA: DESCRIZIONE DI UN CASO DI ROTTURA SPONTANEA LUNGO IL TRAGITTO SOTTOCUTANEO

poster

Introduzione

I cateteri venosi centrali (CVC) sono sempre più usati come accesso vascolare per i pazienti in emodialisi. Il loro uso è però associato a complicanze sia infettive che meccaniche. Descriviamo qui un caso di rottura di un CVC permanente in vena giugulare interna dx (VGIdx) lungo il tragitto sottocutaneo dello stesso.

Caso clinico

Paziente di 84aa, di sesso femminile, in dialisi dal gennaio 1999 per IRC da nefropatia vascolare, con CVC permanente cuffiato in VGIdx (Hemoglide cm19, in poliuretano, precurvato) impiantato nel novembre2007. Aluglio del 2011 venne effettuata sostituzione con un raccordo in titanio di un tratto danneggiato dell’estensione arteriosa. Nel gennaio del 2012 la funzionalità del CVC risultava buona (Qb 250-300ml/min, PV 40-90mmHg, sedute dialitiche con Qbtot 47.5-51.5L, KT/V 1.67). In una seduta dialitica del febbraio 2012, riduzione della funzionalità del CVC con deficit dell’aspirazione (Qbmax 200ml/min, Qbtot a fine seduta dialitica 33L); ponendo le linee in inversione si raggiungeva un Qbmax più elevato (250ml/min) senza evidenza di sanguinamento o tumefazione lungo il tragitto sottocutaneo del CVC; in quella occasione si effettuava inoltre una misura del ricircolo (BTM-Fresenius) che dava il valore di 58%. Si richiedeva quindi una RX del torace (Figura 1) che dava il seguente esito: “CVC in atrio dx; in prossimità del manicotto si segnala soluzione di continuo del catetere sul suo versante mediale e dell’anima filiforme radiopaca”. Si procedeva allora a sostituzione del CVC. L’esame del CVC rimosso (Figura 2) confermava la presenza, subito prossimalmente alla cuffia, di un’ampia lesione lineare interessante a tutto spessore la parete libera della via arteriosa e in parte il setto divisorio tra via arteriosa e via venosa; non vi erano segni di deterioramento del poliuretano quali alterazioni cromatiche, screpolature o fessurazioni.

Del caso clinico sopra descritto colpiscono: L’assenza di eventi traumatici sul CVC. La stretta vicinanza tra clavicola e cuffia (posta subito a ridosso di essa). L’ampiezza della lesione del CVC senza segni locali quali tumefazione lungo il tragitto sottocutaneo e sanguinamento (anche con linee ematiche in inversione durante la dialisi). La diagnosi inattesa.

Conclusioni

Viene descritto il riscontro inatteso di un’ampia  lesione di un CVC permanente in VGIdx lungo il tragitto sottocutaneo, senza pregressi eventi traumatici, manifestatosi con deficit d’aspirazione ed elevato ricircolo senza altri segni quali tumefazione locale o sanguinamento dall’exit-site.

release  1
pubblicata il  25 settembre 2012 
da Ricchiuti V., Ianuzziello F., Carretta P., Laurenza G.
(U.O. Semplice di Nefrologia e Dialisi Ospedale di Tinchi, Azienda Ospedaliera Matera)
Parole chiave: accesso vascolare, cateteri a permanenza, dialisi cronica, emodialisi
Non sono presenti commenti
Figure

Per inserire una domanda, segnalare la tua esperienza, un tuo commento o una richiesta di precisazione fai il login con il tuo nome utente e password.

Se non lo sei ancora puoi registrati partendo da qui.

Realizzazione: Tesi S.p.A.

Per assistenza contattare: Claudia Ingrassia, Tesi S.p.A.
0172 476301 — claudia.ingrassia@gruppotesi.com