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Trapianto

LOCALIZZAZIONE CUTANEA DI CRYPTOCOCCUS NEOFORMANS IN PORTATORE DI TRAPIANTO RENALE: DIAGNOSI E TERAPIA

Abstract

INTRODUZIONE. Le infezioni opportunistiche rappresentano una delle cause principali di morbilità e mortalità nei portatori di trapianti d’organo. L’infezione da Cryptococcus-Neoformans (CN) è tra le micosi più comuni in pazienti immunodepressi; si può presentare con manifestazioni cutanee di tipo cellulitico o ulcerativo.

Il trattamento comprende Amfotericina-B, Flucytosina e Fluconazolo; tuttavia la tossicità renale ed encefalica ne limita l’utilizzo.

Il Sirolimus (SRL) è un farmaco immunosoppressivo utilizzato nel trapianto di rene e nel trattamento di alcune neoplasie cutanee attraverso l’inibizione di mTOR. Mediante questo meccanismo d’azione, recenti studi hanno evidenziato come il SRL possa inibire la crescita di diverse specie fungine.

CASO CLINICO. Descriviamo il caso di un paziente maschio di 46 anni, portatore di trapianto renale da 11 anni, in trattamento immunosoppressivo con corticosteroide, ciclosporina A (CsA) e micofenolato-mofetile.

Nel marzo 2010 il paziente giungeva alla nostra osservazione per astenia, febbricola e lesioni cutanee agli arti inferiori. Nel sospetto di malattia linfoproliferativa veniva effettuata biopsia cutanea che poneva diagnosi di cellulite criptococcica, con presenza di spore fungine nei preparati istologici. Ulteriori indagini strumentali escludevano il coinvolgimento sistemico dell’infezione.

Veniva iniziata terapia antimicotica con Amfotericina-B al dosaggio di 300 mg/die per 2 settimane, con monitoraggio sierico del titolo antigenico (Ag) per il CN.

Contemporaneamente veniva modificata la terapia immunosoppressiva sostituendo la CsA con il SRL al dosaggio di 1 mg/die. Il monitoraggio ematochimico giornaliero evidenziava progressiva riduzione del titolo Ag.

Alla dimissione si osservava regressione della sintomatologia e miglioramento delle lesioni cutanee; proseguiva terapia con fluconazolo al dosaggio di 200 mgx2/die.

La rivalutazione dopo 1 mese evidenziava ulteriore miglioramento delle lesioni e negativizzazione del titolo Ag, pertanto veniva sospesa la terapia antimicotica.

Durante il follow-up della durata di 2 anni si assisteva a completa risoluzione delle lesioni cutanee e non si osservavano segni laboratoristici di replicazione micotica.

CONCLUSIONI. Il nostro caso dimostra come la modulazione della terapia immunosoppressiva possa svolgere un duplice ruolo di protezione dal rigetto e dalle infezioni micotiche.

L. Tartaglia(1), F. Bruno(1), A. Di Lorenzo(1), F. Cataneo(1), B. Infante(1), G. Stallone(1), G. Grandaliano(1)
((1)SC di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Foggia Foggia ITALY)
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