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Trapianto

VALUTAZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE NEI TRAPIANTATI ESPERIENZA DI UN CENTRO PERIFERICO DI FOLLOW-UP

Abstract

INTRODUZIONE. Il trapianto renale è l’opzione terapeutica d’elezione per l’IRC, migliorandone sia l’aspettativa che la qualità di vita. I notevoli progressi della terapia immunosoppressiva, la durata del trapianto renale, è limitata nel tempo per la morte prematura dovuta alla MCV e tumori rispetto alla popolazione generale.

La mortalità da trapianto è certamente un fenomeno a genesi multifattoriale in cui ha un ruolo predominante come causa di morte la malattia cardiovascolare (MCV).

Nel corso della storia clinica di un trapiantato, ai fattori di rischio tradizionali, si aggiungono quelli del pre-trapianto correlati all’uremia e alla durata del trattamento sostitutivo e quelli del post-trapianto legati principalmente alla terapia immunosoppressiva.

MATERIALI E METODI. Abbiamo voluto studiare la popolazione di trapiantati renali afferenti al nostro ambulatorio di follow up valutando mortalità e morbilità per malattia cardiovascolare (MCV). Abbiamo valutato n. 134 pazineti trapiantati di rene dal 1981 al 2011 tra cui 80 pazienti di sesso maschile (30 da donatore vivente e 50 da donatoe cadavere) e 54 di sesso femmenile (20 da donatore vivente e 34 da donatore cadavere). . La MCV nei nostri trapiantati è 3-5 volte rispetto la popolazione generale.

L’incidenza cumulativa della MCV (IMA, intervento coronarico e morte cardiaca) è 3.1% ad un anno, 5.2% a 3 anni e il 7.6% a 5 anni

RISULTATI E CONCLUSIONI. Nel primo anno la distribuzione degli eventi era: IMA non fatale 48%, intervento coronarico 35% e morte cardiaca 13%, dopo un anno i valori sono stati 37%, 30% e 23% rispettivamente.

La morte nei nostri pazienti valutati (134 pazienti) nel 42% era dovuta alla MCV con tasso di mortalità del 0.6% anno. Tuttavia, la storia naturale della MCV nei trapiantati è differenti rispetto alla popolazione generale, e solo la terapia con statine è stata studiata in un trial su larga scala interventistica.

Gli eventi cardiovascolari fatale e non dopo il successo del trapianto dipendono dal rischio cardiovascolare già presente anche dalla terapia immunosoppressiva e dai fattori tradizionali e non del post trapianto.

H. Awad(1), S. Randone(1), V. Pagano(1), C. Teodoro(1), M. Vitale(1), G. Ottaviano(1), C. Caponetto(1), A. Voidak(1), V. Puntillo(1), G. Daidone(1)
((1)AREA FUNZIONALE OMOGENEA DI NEFROLOGIA ASP 8 SIRACUSA SIRACUSA ITALY)
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