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Dialisi peritoneale

SOLUZIONI CONTENENTI L-CARNITINA MIGLIORANO LA SENSIBILITÀ ALL’INSULINA IN PAZIENTI UREMICI NON DIABETICI IN DIALISI PERITONEALE AMBULATORIALE CONTINUA

poster

Introduzione

L’insulino resistenza, definibile come ridotta sensibilità degli organi bersaglio quali muscolo scheletrico, fegato e tessuto adiposo agli effetti biologici dell’insulina, è frequente nei pazienti uremici ed è associata a rilevanti complicanze cardiovascolari, metaboliche e nutrizionali con elevata morbilità e mortalità (Guarnieri G - 2009) [1]. In dialisi peritoneale, l’eccessivo assorbimento intraperitoneale del glucosio contenuto nella soluzione di dialisi quale agente osmotico ha effetti sfavorevoli sia locali che sistemici, tra cui la promozione di uno stato di insulino-resistenza. Recenti osservazioni suggeriscono l’utilizzo sicuro e di potenziale efficacia della L-carnitina quale agente osmotico nelle soluzioni per dialisi peritoneale (Bonomini M - 2011) [2]. È inoltre ampiamente dimostrato che la L-carnitina ha effetti favorevoli sul metabolismo glucidico (Arduini A - 2008) [3]. Nel presente studio randomizzato multicentrico controllato a gruppi paralleli abbiamo valutato l’efficacia di una soluzione per dialisi peritoneale contenente L-carnitina nel ridurre la tossicità associata al glucosio, in pazienti in dialisi peritoneale ambulatoriale continua.

Materiali e Metodi

Il diagramma dello studio, condotto in 8 Centri nefrologici italiani, è riportato nella figura 1. Trentacinque pazienti uremici non diabetici sono stati randomizzati a scambi diurni di dialisi peritoneale con soluzione convenzionale a base di glucosio (gruppo di controllo) o con una soluzione addizionata con L-carnitina (0.1%), lo scambio notturno rimanendo immodificato a base di icodestrina. Lo studio ha avuto una durata di 120 giorni. L’end-point primario era rappresentato dalla valutazione dell’insulino-sensibilità, misurata mediante clamp iperinsulinemico euglicemico. Sono stati inoltre valutati metabolismo lipidico, stato di idratazione, e funzioni renale e peritoneale. I dati sono stati analizzati mediante test non parametrici.

Risultati

L’outcome dello studio è riportato nella figura 2. Gli eventi avversi non sono risultati correlati al trattamento in atto. Le caratteristiche dei pazienti che hanno completato lo studio sono riportate nella figura 3. In nessuno dei parametri esaminati sono risultate differenze significative tra i due gruppi di pazienti.

La somministrazione di L-carnitina è risultata sicura e ben tollerata, e durante il periodo di studio è stato raggiunto un equilibrio tra assorbimento, esposizione ed escrezione di carnitina. Al termine dello studio, l’insulino-sensibilità è significativamente aumentata nel gruppo trattato con soluzioni contenenti L-carnitina, sia rispetto ai valori basali che rispetto al gruppo di controllo, in cui non si sono avute variazioni (figura 4). I pazienti trattati con la soluzione sperimentale hanno mostrato conservazione del volume urinario, mentre al contrario nel gruppo controllo si è osservata una significativa riduzione della diuresi. La funzione peritoneale è rimasta immodificata.

Conclusioni

L’utilizzo di L-carnitina nella soluzione di dialisi peritoneale è risultato associarsi ad un significativo miglioramento dell’insulino sensibilità, il che può essere ascrivibile alle proprietà farmacologiche del composto (figura 5). La L-carnitina nella soluzione di dialisi peritoneale può costituire un nuovo approccio per attenuare la tossicità associata al glucosio, ed essere proposta quale agente osmo-metabolico da impiegare in dialisi peritoneale.

release  1
pubblicata il  26 settembre 2012 
da Di Liberato L¹, Toscano G¹, Posari C¹, Monaco MP¹, Del Rosso G², Stingone A³, Marinangeli G⁴, Consoli A⁵, Bertoli S⁶, De Vecchi A⁷, Bosi E⁸, Gesualdo L⁹, Russo R⁹, Corciulo R⁹, Giorgino F¹⁰, Cerasoli P¹¹, Di Castelnuovo A¹², Rossi C¹³, Arduini A¹⁴, Bonomini M¹
(¹Clinica Nefrologica, dip. Medicina, Università G. d'Annunzio, Chieti-Pescara; ²Divisione di Nefrologia, Ospedale G. Mazzini, Teramo; ³Divisione di Nefrologia, Ospedale G. Bernabeo, Ortona; ⁴Divisione di Nefrologia, Ospedale Civile, Giulianova; ⁵Dip. Medicina, Università G. d'Annunzio, Centro Studi Invecchiamento, Ce.S.I., Fondazione Università G. d'Annunzio, Chieti-Pescara; ⁶IRCCS Multimedica, Policlinico Multimedica, Sesto San Giovanni, Milano; ⁷Casa di Cura Multimedica, Milano; ⁸Dip. Medicina Interna, Diabete & Endocrinologia, Istituto San Raffaele, Università Vita e Salute San Raffaele, Milano; ⁹Dip. Emergenza e Trapianti d'Organo, Sezione Nefrologia e Dialisi, Università di Bari, Bari; ¹⁰Dip. Emergenza e Trapianti d'Organo, Sezione Medicina Interna, Endocrinologia, Andrologia e Malattie Metaboliche, Università di Bari, Bari; ¹¹Divisione di Nefrologia, Ospedale Civile, Sulmona; ¹²Laboratorio di Epidemiologia Genetica ed Ambientale, Fondazione Giovanni Paolo II, Campobasso; ¹³Laboratorio Spettrometria, Biochimica Analitica e Ricerca Proteomica, Centro Studi Invecchiamento, Ce.S.I., Fondazione Università G. d'Annunzio, Chieti-Pescara; ¹⁴Dipartimento Ricerca e Sviluppo, CoreQuest Sagl, Tecnopolo, Bioggio, Svizzera)
Parole chiave: dialisi cronica
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