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FAD - La Primavera Nefrologica


Modulo: La Malattia Renale Cronica

Il trattamento della Malattia Renale Cronica

release pubblicata il  21 ottobre 2014 
da Lucia Del Vecchio

Figura 1 di 75.



Figura 2 di 75.

At present the management of CKD patients requires a multitherapeutic approach, which is to be individualised in the single patient. Among these, blood pressure reduction, together with RAS inhibition are the first step. Low protein diet has progressively reduced its role in recent years. Statins not only reduce lipids, but have also an antiproteinuric effect and may delay CKD progression. Anemia correction is of importance for improving quality of life and reducing the burden of increased cardiovascular disease and mortality in these patients, but its effect on CKD is marginal. Smoking cessation is mandatory.



Figura 3 di 75.



Figura 4 di 75.



Figura 5 di 75.



Figura 6 di 75.

Lo studio MDRD è uno dei trila di maggiori dimensioni in ambito nefrologico che ha testato il ruolo sia di un basso contenuto di proteine con la dieta che di uno stretto controllo pressorio nel rallentare la progressione della CKD



Figura 7 di 75.

Nello studio 1 (pazienti con GFR meno compromesso) la randomizzazione a uno stretto controllo pressorio non rallentava la progressione della CKD rispetto a un controllo meno stretto. Tuttavia, se si scompone il grafico in due parti si può notare come chi era randomizzato al controllo stretto aveva prima una progressione rapida della CKD, ma poi questa diventava più lenta nella seconda parte del follow-up.



Figura 8 di 75.

Lo stretto controllo pressorio era efficace nel rallentare la progressione della CKD solo in chi aveva una proteinuria significativa (analisi secondaria)



Figura 9 di 75.

Jafar et al hanno effettuato una metanalisi di diversi trial clinici che avevano studiato l’efficacia degli ACE inibitori nel rallentare la CKD. Dalla loro analisi è emerso che minore è la pressione minore il rischio relativo di andare in dialisi o morire.

Tuttavia, per valori pressori di sistolica molto bassi (<= a 110 mmHg) questo rischio sembra aumentare nuovamente



Figura 10 di 75.

Lo studio HOT è un trial di grande dimensioni, effettuato negli anni 90’, che aveva testato l’efficacia di diversi obiettivi di pressione arteriosa diastolica nel ridurre il rischio CV in una popolazione di soggetti con ipertensione arteriosa.

Dividendo i soggetti a seconda della presenza o meno di CKD, sembrerebbe che i pazienti con GFR < 60 non presentino una riduzione del rischio cardiovascolare se randomizzati a valori di PAD più bassi

Tuttavia una significativa percentuale dei pazienti non aveva ottenuto i valori pressori prefissati.



Figura 11 di 75.

In epoca recente è emersa sempre più la preoccupazione che valori pressori troppo bassi siano pericolosi, soprattutto in chi è affetto da cardiopatia ischemica.

Al contrario, nei soggetti a rischio di ictus ischemico, sembrerebbe che più bassa la PA, minore è il rischio di ictus.



Figura 12 di 75.



Figura 13 di 75.



Figura 14 di 75.



Figura 15 di 75.



Figura 16 di 75.



Figura 17 di 75.



Figura 18 di 75.

Circa 20 annia fa Weidmann ha effettuato una metanalisi su soggetti diabetici e ha evidenziato che, in assenza di riduzione della PA, gli ACE inibitori hanno un effetto antiproteinurico maggiore rispetto agli altri farmaci antipertensivi. Se si ottiene una riduzione di circa il 20% dei valori pressori, l’effetto antiproteinurico diventa simile per ACE inibitori, diuretici e/o bloccanti



Figura 19 di 75.

L’inibizione del RAS riduce la progressione della CKD perchè blocca alcuni meccanismi patogenetici di progressione mediati dall’angiotensina II. Gli effetti benefici degli ACE inibitore nelle nefropatie non diaebtiche è dimostrato da questa metanalisi di 11 trials (1860 pazienti). Dopo un follow-up medio di 2.2 anni, la sopravvivenza aggiustata senzaera significativametne migliore nel gruppo trattato con ACE inibitori.



Figura 20 di 75.

I pazienti proteinurici al basale beneficiavano di più della terapia con ACE inibitore. L’effetto sembra svanire per valori di proteinuria < 0,5 g/die.



Figura 21 di 75.

La maggior parte dei trials sugli effetti degli ACE inibitore è stata effettuata in pazienti con IRC lieve-moderata. Hou et al hanno effettuato in Cina uno studio di 422 pazienti con IRC avanzata per effettuare efficacia e sicurezza degli ACE inibitori. I pazienti sono stati divisi in due gruppi a seconda del grado d’IRC.

Tutti I pazienti del gruppo 1 sono stati trattati con benazapril e , come attesso hanno avuto la migliore sopravvivenza renale. Metà dei pazienti del gruppo 2 ha ricevuto il benazapril, metà il placebo: i pazienti trattati con benazapril hanno avuto raggiunto la ESRD in un numero minore di casi rispetto al placebo.



Figura 22 di 75.

In questo studio non randomizzato, in 44 pazienti con CKD avanzata è stata sospesa la terapia con inibitore del RAS: in molti pazienti si è avuto un rallentamento del declino della funzione renale



Figura 23 di 75.

In questo studio non randomizzato, in 44 pazienti con CKD avanzata è stata sospesa la terapia con inibitore del RAS: in molti pazienti si è avuto un rallentamento del declino della funzione renale



Figura 24 di 75.

Nei pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatia conclamata, due trials clinici simili hanno dimostrato l’efficacia dei sartanici nel rallentare la progressione della CKD.



Figura 25 di 75.

La terapia con inibitori del RAS espone al rischio d’iperkaliemia e/o IRA, soprattutto nei soggetti anziani e in corso di eventi intercorrenti (infezioni, disidratazione, ipotensione)



Figura 26 di 75.



Figura 27 di 75.

Ormai diversi anni fa è stato ipotizzato che l’utilizzo della combinazione di un ACE inibitore con un sartanico potesse essere più efficace che uno dei due farmaci assunto singolarmente



Figura 28 di 75.



Figura 29 di 75.

 Lo studio COOPERATE aveva arruolato 263 pazienti giapponesi con nefropatie non diabetiche, ed erano stati assegnati a losartan (100 mg/die), trandolapril (3 mg/die), e alla loro combinazione a dosi equivalenti. Dopo 3 anni di follow-up, una percentuale inferiore di pazienti con il doppio blocco raggiungeva il raddoppio della creatinina o l’ESRD rispetto a chi riceveva i singoli farmaci.

Lo studio è stato in seguito ritirato perchè considerato non verosimile



Figura 30 di 75.

Questa metanalisi ha dimostrato che il doppio blocco riduce in modo significativo la proteinuria rispetto alle singole terapie



Figura 31 di 75.

Questa metanalisi ha dimostrato che il doppio blocco riduce in modo significativo la proteinuria rispetto alle singole terapie



Figura 32 di 75.

Lo studio ontarget ha valutato il doppio blocco in più di 25000 pazienti ipertesi o a rischio cardiovascolare. Solo ¼ aveva CKD



Figura 33 di 75.

I pazienti con doppio blocco avevano un rischio aumentato di dialisi, raddoppio della creatinina o morte



Figura 34 di 75.

Questo studio appena pubblicato ha valutato il doppio blocco in più di 1000 soggetti diabetici con micro-macro albuminuria



Figura 35 di 75.



Figura 36 di 75.

Lo studio è stato sospeso anticipatamente per un numero maggiore di IRA e/o iperkaliemia in chi aveva ricevuto il doppio blocco



Figura 37 di 75.



Figura 38 di 75.

Stessa sorte ha avuto lo studio altitude con l’aliskiren, inibitore diretto della renina



Figura 39 di 75.



Figura 40 di 75.



Figura 41 di 75.



Figura 42 di 75.



Figura 43 di 75.

Già negli anni 60 è stato dimostrato che ridurre le proteine con la dieta abbassa l’azotemia



Figura 44 di 75.

Negli anni ‘80 questo studio non ha dimostrato un’efficacia di un ridotto apporto di proteine con la dieta nel rallentare la progressione della CKD



Figura 45 di 75.



Figura 46 di 75.

Anche lo studio MDRD non ha dimostrato un’efficacia della dieta ipoproteica



Figura 47 di 75.

Fare una dieta ipoproteica per circa 10 anni rimanda la dialisi meno di 12 mesi



Figura 48 di 75.



Figura 49 di 75.

Nei pazienti con CKD avanzata o in dialisi il rischio di malnutrizione è molto elevato.

La malnutrizione si associa a un aumentato rischio di morte



Figura 50 di 75.

I pazienti con malattia renale cronica devono controllare il contenuto di proteine, fosforo, sale (a volte potassio) nella dieta



Figura 51 di 75.



Figura 52 di 75.

La dieta iposodica potenzia l’efficacia del blocco del RAS



Figura 53 di 75.

La dieta iposodica potenzia l’efficacia del blocco del RAS



Figura 54 di 75.



Figura 55 di 75.

At present the management of CKD patients requires a multitherapeutic approach, which is to be individualised in the single patient. Among these, blood pressure reduction, together with RAS inhibition are the first step. Low protein diet has progressively reduced its role in recent years. Statins not only reduce lipids, but have also an antiproteinuric effect and may delay CKD progression. Anemia correction is of importance for improving quality of life and reducing the burden of increased cardiovascular disease and mortality in these patients, but its effect on CKD is marginal. Smoking cessation is mandatory.



Figura 56 di 75.



Figura 57 di 75.

Lo studio SHARP ha dimostrato che la statina riduce il rischio cardiovascolare nei pazienti con MRC, soprattutto se non in dialisi



Figura 58 di 75.



Figura 59 di 75.



Figura 60 di 75.



Figura 61 di 75.

L’efficacia nel ralletnare la progressione della CKD sembra minima



Figura 62 di 75.



Figura 63 di 75.

At present the management of CKD patients requires a multitherapeutic approach, which is to be individualised in the single patient. Among these, blood pressure reduction, together with RAS inhibition are the first step. Low protein diet has progressively reduced its role in recent years. Statins not only reduce lipids, but have also an antiproteinuric effect and may delay CKD progression. Anemia correction is of importance for improving quality of life and reducing the burden of increased cardiovascular disease and mortality in these patients, but its effect on CKD is marginal. Smoking cessation is mandatory.



Figura 64 di 75.



Figura 65 di 75.

Le evidenze più recenti sembrano indicare un effetto neutro della correzione dell’anemia rispetto alla progressione della CKD



Figura 66 di 75.



Figura 67 di 75.



Figura 68 di 75.



Figura 69 di 75.



Figura 70 di 75.

La correzione dell’acidosi metabolica con bicarbonato di sodio sembra rallentare la CKD



Figura 71 di 75.

Analogo effetto può essere ottenuto con una dieta ricca di frutta e verdura (che non sembrerebbe aumentare la potassiemia)



Figura 72 di 75.



Figura 73 di 75.



Figura 74 di 75.

La vitamina D o i suoi analoghi sembrano avere un effetto antiproteinurico



Figura 75 di 75.



Parole chiave: malattia renale cronica

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