Login



L’ANTICOAGULAZIONE CON CITRATO: ESPERIENZE A CONFRONTO


Il citrato nella CRRT

release pubblicata il  25 novembre 2013 
da Santo Morabito

Figura 1 di 30.

Slide titolo: Il Citrato nella CRRT Convettiva.



Figura 2 di 30.

La necessità di anticoagulazione prolungata rappresenta uno svantaggio potenziale delle terapie sostitutive renali continue (CRRT) e rimane ancora oggi un problema aperto  [1].



Figura 3 di 30.

Il rischio di complicanze emorragiche nel paziente con “Acute KidneyInjury” (AKI) varia notevolmente in relazione alle diverse casistiche e alla terapia sostitutiva impiegata, ma bisogna tenere in considerazione che in corso di AKI il verificarsi di una complicanza emorragica aumenta in maniera statisticamente significativa la mortalità (OR 2.57)  [2] (full text).



Figura 4 di 30.

Il rischio emorragico può essere ridotto effettuando il trattamento CRRT senza eparina o adottando metodiche di anticoagulazione alternative. Nel trial multicentrico “VA/NIH ATN study”, solo il 20.3% dei pazienti in CVVHDF è stato trattato con eparina, mentre nel 54.6% è stata effettuata CVVHDF senza eparina e nel 25.1% protocolli di anticoagulazione alternativi (20.4% citrato, 4.7% altre metodiche)  [3] (full text).



Figura 5 di 30.

Con questa strategia di anticoagulazione, tuttavia, il target di dose dialitica prescritto è stato effettivamente raggiunto nel 70% circa dei pazienti  [3] (full text).



Figura 6 di 30.

Infatti, l’interruzione non programmata del trattamento CRRT e il conseguente down-time rivestono un ruolo di primo piano nel determinare la durata effettiva e quindi la dose dialitica somministrata. A tale riguardo, la coagulazione del circuito extracorporeo rappresenta una delle principali cause di discrepanza tra dose dialitica prescritta e dose dialitica somministrata  [1].



Figura 7 di 30.

Le linee guida KDIGO, recentemente pubblicate, suggeriscono l’impiego dell’anticoagulazione regionale con citrato (RCA) come modalità di anticoagulazione di prima scelta anche in assenza di un rischio emorragico aumentato, a condizione che i pazienti non presentino controindicazioni all’impiego del citrato  [4].



Figura 8 di 30.

Le stesse linee guida suggeriscono, inoltre, di utilizzare l’RCA, piuttosto che il trattamento senza alcun anticoagulante, in pazienti a rischio emorragico elevato, sempre dopo aver escluso la presenza di controindicazioni all’uso del citrato  [4].



Figura 9 di 30.

Una recente meta-analisi, che include 6 trials randomizzati per un totale di oltre 600 circuiti, ha confermato una maggiore durata dei circuiti CRRT nei trattamenti condotti con RCA rispetto ai controlli (eparina sodica non frazionata o eparina a basso peso molecolare) con una differenza media nella durata dei circuiti di oltre 20 ore  [5].



Figura 10 di 30.

Nella stessa meta-analisi, è stato sottolineato come l’RCA  risulti associata a una significativa riduzione del rischio emorragico (Risk Ratio di circa 0.3 rispetto ai controlli)  [5].



Figura 11 di 30.

In corso di RCA-CVVH con citrato, una soluzione contenente citrato è infusa nella linea arteriosa del circuito extracorporeo con conseguente effetto di chelazione del calcio ionizzato e riduzione della sua concentrazione nel circuito ai livelli necessari per ottenere l’effetto anticoagulante (target: 0.3-0.4 mmol/L)  [1].



Figura 12 di 30.

La concentrazione di calcio ionizzato nel circuito si modifica in rapporto alla citratemia e la velocità di infusione necessaria per raggiungere livelli di calcio ionizzato desiderati è strettamente correlata al flusso ematico e alla concentrazione di citrato nella soluzione impiegata. Per mantenere il target di calcio ionizzato nel circuito è in genere sufficiente mantenere una citratemia intorno a 3 mmol/l  [1].



Figura 13 di 30.

La perdita di calcio con l’effluente, prevalentemente sotto forma di complessi calcio-citrato, determina una riduzione indesiderata del calcio ionizzato sistemico che deve essere evitata tramite infusione al paziente di calcio cloruro o di calcio gluconato (obiettivo: calcio ionizzato sistemico 1.1-1.25 mmol/L). Parte del citrato infuso va incontro a rimozione con l’effluente, mentre la rimanente quota rappresenta l’effettivo carico metabolico di citrato per il paziente  [1].



Figura 14 di 30.

La quota di citrato che arriva al paziente è rapidamente metabolizzata, prevalentemente a livello epatico, generando tre molecole di bicarbonato per ogni molecola di citrato. In particolari condizioni cliniche (insufficienza epatica, shock settico o cardiogeno con ipoperfusione tissutale), il metabolismo del citrato può essere rallentato dando origine a possibili effetti indesiderati da accumulo  [1].



Figura 15 di 30.

Nonostante la documentata efficacia, la RCA non ha trovato finora larga diffusione. Infatti, in una “survey” internazionale sull’impiego delle terapie sostitutive renali in area critica, condotta in 54 terapie intensive, è emerso che la RCA, pur risultando la terza metodica più utilizzata, veniva impiegata solo nel 9.9% dei trattamenti CRRT  [6].



Figura 16 di 30.

La scarsa diffusione della RCA può essere attribuita, almeno in parte, alle riserve derivanti dal rischio di complicanze metaboliche e alla relativa complessità della metodica. Inoltre, fino a qualche anno fa non erano disponibili in commercio soluzioni per CRRT dedicate alla RCA ed era necessario adattare soluzioni di citrato utilizzate in ematologia per trattamenti di aferesi (ACD-A)  [7].



Figura 17 di 30.

In passato sono stati proposti numerosi protocolli di RCA che si distinguono per variabilità della metodica (CAVH, CVVH, CVVHD, CVVHDF), dei parametri CRRT (flusso ematico, flusso bagno dialisi e/o reinfusione, dose citrato) e delle soluzioni impiegate (composizione elettrolitica e concentrazione di citrato)  [8] (full text).



Figura 18 di 30.

In corso di RCA sono state descritte complicanze metaboliche, quali alterazioni dell’equilibrio acido-base….. [9]



Figura 19 di 30.

…. e/o disordini elettrolitici come ipernatriemia, ipocalcemia e ipercalcemia  [9].



Figura 20 di 30.

La disponibilità in commercio di soluzioni ad hoc per la RCA in CRRT ha creato i presupposti per una semplificazione della metodica, requisito indispensabile per una più ampia diffusione. In tabella è riportata la composizione di alcune soluzioni di citrato che si distinguono essenzialmente in soluzioni ipertoniche, ad alta concentrazione di citrato e sodio, e soluzioni isotoniche, a bassa concentrazione di citrato e a contenuto “fisiologico” di sodio.



Figura 21 di 30.

Le soluzioni di citrato isotoniche, a bassa concentrazione, agiscono allo stesso tempo come anticoagulante e come soluzione di reinfusione in pre-diluizione. In questo schema, la combinazione di una soluzione di citrato a bassa concentrazione con una soluzione di bagno dialisi priva di calcio e a concentrazione standard di sodio e bicarbonato permette di effettuare l’RCA in modalità CVVHDF (pre-diluizione).



Figura 22 di 30.

Ad esempio, in questo studio Tolwani et al hanno confrontato gli effetti sull’equilibrio acido-base di 2 differenti protocolli di RCA in CVVHDF, caratterizzati da 2 soluzioni isotoniche a diversa concentrazione di citrato  [10] (full text).



Figura 23 di 30.

Gli autori hanno evidenziato come l’uso di una soluzione di citrato a concentrazione 23 mmol/l era frequentemente associata ad alcalosi metabolica, con necessità di frequenti aggiustamenti della velocità di infusione della soluzione di citrato e/o del bagno dialisi  [10] (full text)



Figura 24 di 30.

Al contrario, con l’impiego di una soluzione a più bassa concentrazione di citrato (18 mmol/l) era possibile ottenere un appropriato controllo dell’equilibrio acido-base. In entrambi i casi, al fine di ottimizzare il bilancio di massa dei tamponi, era stato utilizzato un bagno dialisi a ridotta concentrazione di bicarbonato (25 mmol/l)  [10] (full text)



Figura 25 di 30.

In questo schema è raffigurato un circuito CRRT in cui l’RCA è eseguita in modalità CVVH pre-post diluizione utilizzando una soluzione isotonica di citrato in pre-diluizione e una soluzione di reinfusione a contenuto standard di bicarbonato ed elettroliti in post-diuizione. Un’appropriata scelta delle 2 soluzioni, consente di disegnare protocolli di RCA che non richiedono l’impiego di soluzioni CRRT prive di calcio e/o a ridotta concentrazione di sodio e bicarbonato.



Figura 26 di 30.

Uno dei protocolli da noi adottati segue lo schema precedentemente illustrato combinando una soluzione di citrato a bassa concentrazione (12 mmol/l) con una soluzione di reinfusione standard  [11] (full text).



Figura 27 di 30.

Allo scopo di ottimizzare l’equilibrio acido-base e di prevenire l’ipofosfatemia indotta dalla CRRT, abbiamo successivamente proposto un nuovo protocollo che combina l’impiego di una soluzione isotonica di citrato a più elevata concentrazione (18 mmol/l) con una soluzione di reinfusione contenente fosfato, caratterizzata da concentrazione standard di sodio, bicarbonato e calcio [12] (full text).



Figura 28 di 30.

Gli obiettivi principali del protocollo, finalizzato a semplificare la gestione della RCA, erano i seguenti:a) utilizzare soluzioni disponibili in commercio; b) evitare l’impiego di soluzioni prive di calcio e/o a basso contenuto di bicarbonato; c) minimizzare il rischio di complicanze metaboliche mantenendo basse dosi di citrato; d) prevenire la deplezione di fosfato durante la CRRT  [12] (full text).



Figura 29 di 30.

Un’ulteriore modalità di impiego della RCA in CVVH è stata proposta per sistemi CRRT che non integrano una pompa peristaltica espressamente dedicata alla soluzione di citrato. L’RCA è effettuata in modalità CVVH con il 100% della dose convettiva in pre-diluizione, utilizzando una soluzione isotonica di citrato come unica soluzione CRRT. In questo “setting”, l’apporto di tamponi al paziente è garantita esclusivamente dal citrato.



Figura 30 di 30.

In questa esperienza, Nurmohamed et al. sottolineano l’efficacia di questo tipo di protocollo, ma riportano un’incidenza non trascurabile di accumulo di citrato (9%), in parte verosimilmente legato all’impiego di un carico metabolico relativamente elevato (dose di citrato strettamente correlata alla dose dialitica)  [13] (full text).



Bibliografia

[1] Morabito S, Pistolesi V, Pierucci A et al. [Regional citrate anticoagulation: towards a first-choice treatment]. Giornale italiano di nefrologia : organo ufficiale della Societa italiana di nefrologia 2012 Jan-Feb;29(1):14-9

[2] Fiaccadori E, Maggiore U, Clima B et al. Incidence, risk factors, and prognosis of gastrointestinal hemorrhage complicating acute renal failure. Kidney international 2001 Apr;59(4):1510-9 (full text)

[3] VA/NIH Acute Renal Failure Trial Network, Palevsky PM, Zhang JH et al. Intensity of renal support in critically ill patients with acute kidney injury. The New England journal of medicine 2008 Jul 3;359(1):7-20 (full text)

[4] Kidney Disease Improving Global Outcomes (KDIGO) Acute Kidney Injury Work Group: KDIGO Clinical Practice Guideline for Acute Kidney Injury. Kidney Int 2012; 2 (Suppl): 1-138.

[5] Zhang Z, Hongying N Efficacy and safety of regional citrate anticoagulation in critically ill patients undergoing continuous renal replacement therapy. Intensive care medicine 2012 Jan;38(1):20-8

[6] Uchino S, Bellomo R, Morimatsu H et al. Continuous renal replacement therapy: a worldwide practice survey. The beginning and ending supportive therapy for the kidney (B.E.S.T. kidney) investigators. Intensive care medicine 2007 Sep;33(9):1563-70

[7] Szamosfalvi B, Frinak S, Yee J et al. Automated regional citrate anticoagulation: technological barriers and possible solutions. Blood purification 2010;29(2):204-9

[8] Tolwani AJ, Campbell RC, Schenk MB et al. Simplified citrate anticoagulation for continuous renal replacement therapy. Kidney international 2001 Jul;60(1):370-4 (full text)

[9] Morabito S, Pistolesi V, Tritapepe L, Fiaccadori E. Citrate anticoagulation in continuous renal replacement therapies. International Journal of Intensive Care 2013; 20:47-53.

[10] Tolwani AJ, Prendergast MB, Speer RR et al. A practical citrate anticoagulation continuous venovenous hemodiafiltration protocol for metabolic control and high solute clearance. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2006 Jan;1(1):79-87 (full text)

[11] Morabito S, Pistolesi V, Tritapepe L et al. Regional citrate anticoagulation in cardiac surgery patients at high risk of bleeding: a continuous veno-venous hemofiltration protocol with a low concentration citrate solution. Critical care (London, England) 2012 Jun 27;16(3):R111 (full text)

[12] Morabito S, Pistolesi V, Tritapepe L et al. Regional citrate anticoagulation in CVVH: a new protocol combining citrate solution with a phosphate-containing replacement fluid. Hemodialysis international. International Symposium on Home Hemodialysis 2013 Apr;17(2):313-20 (full text)

[13] Nurmohamed SA, Jallah BP, Vervloet MG et al. Continuous venovenous haemofiltration with citrate-buffered replacement solution is safe and efficacious in patients with a bleeding tendency: a prospective observational study. BMC nephrology 2013 Apr 18;14:89 (full text)

Parole chiave: citrato

Per partecipare al Corso di Formazione a Distanza è necessario:

  • Effettuare, al primo accesso, la registrazione cliccando sul pulsante "Registrati"
  • Compilare l’apposito modulo di registrazione

Se sei già registrato fai la login con utente e password.



Realizzazione:
TESISQUARE®
Per assistenza contattare: E-BELF
E-mail: e-belf@hotmail.it - Tel. 011.4548142