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L’ANTICOAGULAZIONE CON CITRATO: ESPERIENZE A CONFRONTO


Esperienze infermieristiche sull’utilizzo del monitor DIAPACT CRRT

release pubblicata il  25 novembre 2013 
da Anna Colatei

Figura 1 di 31.

Titolo



Figura 2 di 31.

L’anticoagulazione riveste un ruolo fondamentale nella gestione dei trattamenti dialitici. Poiché più capillari si coagulano più diminuisce l’efficienza del filtro, più alto è il numero delle interruzioni durante il trattamento e minore è la dose dialitica effettivamente somministrata.



Figura 3 di 31.

Protocolli usati presso il nostro centro per la gestione dell’anticoagulazione nei pazienti in terapia intensiva.



Figura 4 di 31.

Definizione del paziente ad alto rischio emorragico mediante parametri ematochimici ed anamnestici.



Figura 5 di 31.

Algoritmo decisionale utilizzato presso il nostro centro per la scelta del protocollo anticoagulativo. (1) [1]



Figura 6 di 31.

In questo studio del 2004 sono messe a confronto diverse metodiche anticoagulative dimostrando la maggiore durata dei circuiti che utilizzano come anticoagulante il citrato. (2) [2]



Figura 7 di 31.

Indicazioni e controindicazioni cliniche per l’utilizzo del citrato.



Figura 8 di 31.

Numerosi vantaggi si traggono dall’utilizzo routinario del citrato nelle metodiche dialitiche in ambito intensivistico: maggiore durata dei circuiti, citrato metabolicamente ben tollerato, risparmio sui costi, assenza di complicanze da sanguinamento.



Figura 9 di 31.

Cascata coagulativa e punti in cui il calcio riveste un ruolo determinante. (3) [3]



Figura 10 di 31.

Con la Diapact è possibile effettuare diverse terapie di depurazione del sangue in questa diapositiva è riportato un elenco delle opzioni offerte dal monitor.



Figura 11 di 31.

Nell’ambito delle metodiche dialitiche l’elenco presente in questa diapositiva indica quelle consentite dal monitor Diapact.



Figura 12 di 31.

Schema di CRRT con metodica CVVH che viene utilizzata per l’anticoagulazione con citrato. La sacca di citrato viene infusa in prediluizione ad una velocità proporzionale al flusso di sangue e il calcio in funzione alla calcemia del paziente.



Figura 13 di 31.

Per poter infondere calcio è necessario aggiungere alla Diapact una pompa siringa da 50 ml.



Figura 14 di 31.

In questa diapositiva possiamo vedere come appare la pompa dopo il collegamento al monitor.



Figura 15 di 31.

In queste immagini vediamo la parte posteriore della macchina è visibile il collegamento tra il monitor dialisi e la pompa siringa. Questo controllo consente di avviare e fermare la pompa di infusione in base al movimento della pompa sangue.



Figura 16 di 31.

In questa diapositiva sono presenti i vari materiali necessari per poter effettuare il trattamento: la sacca di citrato, la siringa da 50 ml per la pompa di infusione, la linea per il calcio e il raccordo per l’infusione.



Figura 17 di 31.

La sacca della Citra-HF-Pre con le concentrazioni presenti nella soluzione. Il citrato presente è in ragione di 13,3 mmol/l.



Figura 18 di 31.

La sacca montata sotto al monitor al supporto della bilancia ed a lato vediamo un particolare della targhetta di riconoscimento (il colore della stampa è verde).

 



Figura 19 di 31.

I raccordi della sacca sono standard. L’infusione della soluzione contenente citrato vieneinfusaprima del  filtro (prediluizione) tramite l’apposito raccordo.



Figura 20 di 31.

L’infusione del calcio avviene tramite la pompa siringa già descritta ed utilizza una linea dedicata allo scopo della lunghezza di 150 cm.



Figura 21 di 31.

L’infusione del calcio deve necessariamente avvenire a valle di tutto il circuito per evitare coagulazioni del pozzetto venoso. La migliore scelta sarebbe l’infusione su altro accesso vascolare.



Figura 22 di 31.

Le soluzioni di calcio che possono essere utilizzate sono sostanzialmente tre, calcio glubionato, calcio gluconato e calciocloruro. Ognuna di esse ha delle caratteristiche farmacologiche e di concentrazione diverse.



Figura 23 di 31.

Molto critico è l’accesso vascolare che deve funzionare correttamente e consentire flussi sangue tra i 100 e i 200 ml/min.



Figura 24 di 31.

Dopo il posizionamento del CVC è importante verificarne il corretto posizionamento.

 



Figura 25 di 31.

La corretta connessione del monitor al paziente, in caso di metodica con citrato, ha la sua importanza per evitare o ridurre il ricircolo del sangue trattato.



Figura 26 di 31.

Il CVC viene posizionato un grosso vaso e le diverse aperture sono state ingegnerizzate in funzione del flusso del sangue.



Figura 27 di 31.

Il ricircolo oltre ad abbassare l’efficienza del trattamento può inficiare l’efficienza dell’anticoagulazione e mettere il circuito a rischio di coagulazioni indesiderate per rientro nel circuito di calcio in eccesso.



Figura 28 di 31.

Protocollo DIRINCO utilizzato  la sacca Citra-HF-pre. Sono riportate le variazioni alla velocità di infusione della pompa del calcio in funzione del calcio ionizzato del paziente. (4) [4]



Figura 29 di 31.

Un ruolo importante spetta al monitoraggio del trattamento con il dosaggio del calcio e dei paramatri di A/B tramite l’emogasanalizzatore.



Figura 30 di 31.

Un parametro da monitorare con attenzione è il rapporto tra il calcio totale e quello ionizzato che deve essere sempre al di sotto di 2,3. In caso contrario il paziente potrebbe avere problemi legati ad una insufficienza epatica. (5) [5]

 



Figura 31 di 31.

Per finire un flow chart riassuntivo del comportamento da tenere in funzione delle variazioni di calcemia ed A/B



Parole chiave: monitors

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